Lo scorso 28 ottobre si è tenuto a Roma presso il Teatro dell’Angelo il convegno organizzato dall’ODCEC- Ordine dei Dottori Commercialisti e degli esperti contabili di Roma – dedicato all’organizzazione dello studio professionale , una occasione per approfondire il ruolo dei colori e degli arredi quali strumenti per migliorare la qualità del lavoro.
Il convegno è stato organizzato dal Dottor Giuseppe Carbone, Presidente della Commissione Organizzazione dello Studio Professionale, e ha coinvolto anche la dottoressa Marta Giuliani, psicologa, che ha tenuto un intervento sull’ambiente di lavoro come spazio di accoglienza, e il maestro d’arte Mario Salvo che ha diretto un laboratorio pittorico sull’utilizzo del colore nell’allestimento della propria atmosfera lavorativa.
Il mio intervento ha voluto mettere in rilievo un aspetto poco considerato nell’allestimento degli spazi professionali: la consapevolezza, intesa come concentrazione dell’attenzione e come esperienza che porta equilibrio nel rapporto tra il corpo e la mente.
Come prima cosa ho invitato i partecipanti a sperimentare la respirazione consapevole, una tecnica ampiamente utilizzata nella meditazione (mindfulness) per sciogliere lo stress e le tensioni ed entrare in una dimensione di ascolto di ciò ce c’è dentro e fuori di noi.
Ho poi spiegato come respiro e ambiente si influenzino a vicenda e sia quindi utile adottare alcuni accorgimenti per sintetizzare le informazioni nel luogo di lavoro. Se lavoro in uno spazio sereno il mio respiro è mediamente intenso e costante, la mia attenzione è concentrata sui miei compiti. Se lavoro in uno spazio eccessivamente carico di stimoli la mia attenzione fa molta fatica a concentrarsi su un solo compito, si disperde. Il respiro può diventare irregolare e affannato.
Allestire lo studio professionale con un approccio contemplativo può aiutare a migliorare la concentrazione. Questo vale sia nell’ottica del professionista che svolge il proprio lavoro sia nell’ottica dell’accoglienza del cliente, che trovandosi in uno spazio sereno, si può sentire maggiormente accolto e confortato.
Ho insistito molto nel portare l’attenzione al “come ci sentiamo” quando lavoriamo. Cosa proviamo, qual’è la qualità della nostra attenzione, quale coscienza abbiamo del nostro corpo. Ho suggerito un piccolo esercizio di autovalutazione, invitando i Dottori ad ascoltare se stessi e a porsi queste semplici domande una volta tornati nel proprio studio.
Ho dato qualche indicazione per migliorare la qualità quotidiana della vita lavorativa insistendo su aspetti relativi alla qualità dell’aria e della luce, la possibilità di creare uno spazio del silenzio e uno spazio della creatività, l’impegno a valorizzare le prospettive e le viste sugli spazi aperti.
Altre indicazioni le ho rivolte agli aspetti relativi all’accoglienza del cliente e le ho concentrate in cinque parole chiave, spiegando passo per passo come tradurle in azioni concrete:
- semplicità: poche informazioni, quelle che contano
- autonomia: libertà di movimento
- intimità: uno spazio raccolto per l’attesa
- cura: dettagli per l’accoglienza (una bevanda calda, una rivista di qualità)
- esclusività: fuori le interferenze dal nostro incontro con il cliente
Infine ho trattato il tema del nutrimento sensoriale, spiegando l’importanza di introdurre nello studio professionale elementi della natura (piante) e surrogati naturali come superfici, texture e arredi che richiamino in maniera autentica e stimolante l’ambiente naturale.
Cliccando sul link qui sotto potete scaricare il questionario utile per valutare il vostro livello di benessere nell’ambiente lavorativo. Potete utilizzarlo come esercizio personale oppure condividerlo con i colleghi per confrontarvi .
Questionario: Benessere nello studio professionale (clicca)
Buon lavoro!